La grandezza degli spazi e la pulizia delle linee.
Ecco di cosa devo essermi innamorata nell’attimo in cui ho posato lo sguardo su Berlino, circa un anno fa.
C’è un fascino nelle città nordiche che non mi so spiegare. Nella loro confusione così composta e silenziosa mi capita di ritrovare la pace e la rilassatezza che a volte mi mancano a Roma.
Penso ad una di quelle scene di film in cui il protagonista è fermo in piedi ed immobile in uno spazio aperto e la gente e le situazioni gli girano attorno velocissimamente e lui rimane fermo con sguardo imperturbabile, avete presente?
L’occhio spazia per gli ampi viali, gode dei musei dalle mura pallide e luminose, si posa curioso su ogni angolo.
Berlino l’ho definita da subito “semplice” e “fattibile”. Sì, nei miei viaggi adoro sempre dare una definizione alle città che visito, un gioco che adoro.
Un po’ come l’uomo dei sogni, il principe azzurro, quello con cui ti capita di desiderare ardentemente qualcosa e lui esaudisce il tuo desiderio. E Berlino è così: vuoi la storia dell’umanità? Vai alla Museuminsel. Vuoi andare velocemente da una parte all’altra della città ma sei senza macchina? La metro ti accontenterà in modo facile e pratico. Il sogno di ogni visitatore!
Migliaia di etnie diverse che si mescolano e si integrano, cibo, cultura, abitudini e religioni: tutto qui sembra avere il proprio spazio.
Perfino gli abitanti della città, i berlinesi D.O.C., da tanti criticati per la loro leggendaria freddezza, sono accoglienti e sempre pronti a dare una mano ai visitatori che molto spesso si perdono per le strade.
Arrivo all’aeroporto di Berlino Tegel la mattina presto e subito mi ricordo di quei corridoi dove, solo qualche mese prima, avevo fatto scalo qualche ora per poi imbarcarmi per New York. Faccio il biglietto della metro/autobus della durata di 7 giorni, conviene.
E’ uno di quei biglietti che ti permette di viaggiare nei settori centrali della città e costa 29,50€.
La metropolitana è a 30 metri o poco più dall’ingresso dell’hotel: il MotelOne di Spittelmarkt, centralissimo.
Fa parte di una catena di hotels per lo più nord europei, supermoderno, dai profili lineari, ma sontuosi. Il blu acceso è il colore dominante, mi piace tantissimo il bagno, tutto bianco e con un grande specchio. Ed è subito selfie, becero e selvaggio.
Si esce per pranzo, la zona è la chiccosissima Ku’Damm, dove assaggio per la prima volta il curry wurst.
E’ uno dei più tradizionali pasti berlinesi: un wurstel interamente ricoperto di salsa al pomodoro e curry in polvere che può essere servito con patatine fritte o pane. Potete trovarli presso gli imbiss per strada o in piccoli fast food sparsi ovunque in città. 2,50€ ed il pranzo è servito!
Dopo, diligentemente, mi aspetta una passeggiata “digestiva” e una corsa all’acquisto irrinunciabile della maglia dell’Hard Rock Cafè, che non dista molto.
Di nuovo metro, in un battibaleno cammino per il viale di Unter den Linden e arrivo alla porta di Brandeburgo.
E’ uno dei tanti punti focali della città, in passato era stata il simbolo della divisione delle due Germanie, oggi quello della ritrovata unità nazionale. Famosa per ospitare il saluto al nuovo anno è un grandioso arco trionfale di ispirazione grecizzante sormontato da una quadriga bronzea.
La trovo meravigliosa, soprattutto se osservata al tramonto, con le ultime luci del giorno che passano il testimone ai lampioni della piazza.
Dove ho alloggiato?
MotelOne @ Spittelmarkt
Leipziger str. 50
10117 Berlino
Che bel post e belle foto….Non sono mai stata a Berlino ma è forse la meta di un mio prossimo viaggio….se convinco la figlia diciassettenne che invece non ne è attratta per niente nonostante non la conosca e tutti dicano che sia stupenda…
Buona giornata.
Sono felice che ti piaccia!Ad essere sincera anche io non ero proprio attirata dalla meta…ma ho DOVUTO ricredermi…meravigliosa città!!!
Convincila!!! 🙂