Giunta ormai alla sua 10^ edizione, Culinaria, è diventata un importantissimo evento food nel panorama romano, vetrina di tutto rispetto per molti produttori laziali e non.
Da una parte, quindi, prodotti di altissima qualità, dall’altra alcuni tra i più famosi chef che operano ora in Italia in interessanti showcooking a tema futuristico (titolo della manifestazione era quest’anno “Uno spettacolo di cucina”) si sono succeduti ai fornelli dal simpaticissimo chef Rubio, passando per Cristina Bowerman e Gianfranco Pascucci, fino ad arrivare a Massimo Bottura, che ha tenuto una vera e propria lezione di cucina, storia contemporanea e filosofia insieme.
A capo della sua “Osteria francescana”, in quel di Modena, è stato da poco nominato miglior chef d’Europa a Madrid e miglior ristorante d’Italia per Food Magazine.
Ha esaminato il tema del futurismo ed ha affermato che “la trasformazione è possibile tramite la consapevolezza (dei mezzi, delle ricerche e delle esperienze), la visione (pensare un piatto è un’operazione intellettuale, richiede tempo e ti mette alla prova) e intuizione“, che arriva quando un’emozione si fa strada nella razionalità e che lui chiama inciampo felice…”quando non sai dove stai andando e inciampi e trovi un altro punto di vista”.
Ha continuato dicendo che il compito dei cuochi contemporanei è viaggiare al fianco dei produttori, veri eori della cucina italiana, lasciando la porta all’inaspettato perchè tutto può essere fonte d’ispirazione.
“Non ci si deve perdere nelle ossessioni, ma bisogna lasciare aperto lo spazio alla poesia”: il refettorio è, per Bottura, un messaggio culturale e la fondazione food for soul di cui è portavoce cerca di raccogliere fondi per aprire refettori in tutto il mondo.
Come vi ho detto un po più su, al Capitol Club di via Sacconi 39, c’erano anche molti stand di aziende, fra cui:
– Caviale calvisius, forse primo produttore europeo di caviale e suoi derivati, che rifornisce la Russia stessa;
– l’azienda Terre dei papi, che utilizza il prezioso (basti pensare che 0,75 l sono venduti al modico prezzo di 12€) latte d’asina per prodotti di cosmesi, per la creazione di integratori (questo latte sembra miracoloso in ogni campo e ottimo rimedio!) e, ovviamente, a scopo alimentare.
– una piacevole scoperta è stata quella del peperone crusco, eccellenza lucana IGP, antichissimo prodotto la cui produzione è stata ripresa di recente dalla Masseria Agricola Buongiorno. Di forma appuntita e dai colori intensi, il peperone di Senise IGP si presta a molte preparazioni e si presenta conservato in polvere, essiccato, ma il mio formato preferito è la chip: delle vere e proprie sfoglie croccanti che nulla hanno da invidiare alle più famose chips di patate.
– Cacao crudo by Loverdiana, piccola realtà che produce, appunto, cioccolata cruda, vegana, biologica e gourmet.
– I fantastici sottoli Agnoni di cui ho assaggiato un ottimo e fantasioso tonno di maiale e dei carciofini gustosissimi.
– Steccolecco, realtà romana che già conosco molto bene, che apprezzo e che vi consiglio di visitare (qui) e provare (mi incanto sempre ad osservare le loro guarnizioni sui gelati a stecco!)
E poi tantissimi altri, come Pesca pronta, Uovo a pois (che conto di “visitare” presto), Le Creuset, ecc.