Questo capitolo a quanto pare va di pari passo, incontrandosi e scontrandosi, con il capitolo precedente creando più danni esistenziali di un amore finito male, anzi in tragedia.
Tra le macerie di piastrelle con su disegnate ceste di frutta e verdura e km di led cangianti che non vedo l’ora che prendano posto nella discarica più vicina, è sempre più facile vedere le forme della casa che vorrei facendo giri infiniti per la scelta dei dettagli.
Io in questi giorni ho assistito con soddisfazione all’annientamento del battiscopa nero lucido, i vari pezzi di cartongesso e al grande ed orripilante quadro di metallo illuminato dal led colorati.
Sono tornata a ventilare.
Nel frattempo sto imparando tantissimo su di me e sul mondo delle ristrutturazioni!
Ho imparato che se metto un pavimento composto da piastrelle dello stesso modello, ma diverse fra loro la fuga deve essere un pochino più larga, che tra lucido ed opaco senza dubbio il secondo, che se metto le piastrelle a rombo ci sarà mooooolto più scarto (tecnicamente sfrido) che se le metto a scacchiera e – SOPRATTUTTO – che i tempi di consegna dei pacchi non sono affatto gli stessi dei miei siti preferiti di abbigliamento (questo tenetelo da conto se dovete ristrutturare).
To be continued…