Tradizione (francese) vuole che la torta dedicata ai re Magi nasconda la possibilità, per un solo fortunato, di diventare re per un giorno trovando una piccola “sorpresa” al suo interno.
Ma facciamo un passo indietro.
Da secoli i Francesi festeggiano il giorno dell’Epifania con la Galette des rois continuando a gustarla per tutto il mese di Gennaio (un po’ com’è per noi il panettone insomma) consumandone una quantità esagerata. E’ un’usanza talmente radicata che non è cessata neanche durante la rivoluzione francese che ne ha cambiato solamente il nome in Gateau de l’Egalité.
I fornai parigini dall’inizio del ‘900 la vendono insieme ad una corona di cartone. Di galettes des rois ne esistono diverse varianti ma ovviamente la più famosa è quella parigina: un dolce croccante di pasta sfoglia riempito con crema frangipane con tanto di feve, ovvero l’oggettino che si trova al suo interno.
La natura prettamente religiosa del dolce aveva un vero e proprio rituale: le fette erano tante quanti erano i commensali, più una fetta detta “Part du Bon Dieu” o “Part de la Vierge” in ricordo dell’antica usanza secondo sui il giorno dell’Epifania i poveri potevano bussare di casa in casa e mangiare a sazietà.
Il più giovane, affinché ci fosse garanzia di un’equa distribuzione, doveva stare sotto il tavolo ed indicare il nome della persona a cui spettava ogni fetta. Chi trovava la feve veniva incoronato re e, al grido di “le Poi Boit”, doveva far fuori un bicchiere di vino.
Dolci simili esistono naturalmente anche in altre parti del mondo: il Roscon de Reyes in Spagna ed in America Latina, il Bolo de Rei in Portogallo, il King Cake negli Stati Uniti, ma c’è qualcosa di simile anche in Italia. In Piemonte esiste la Fugassa d’la Befana a forma di margherita, al cui interno ci sono un fagiolo bianco ed uno nero: chi trova il bianco deve pagare la focaccia, mentre chi trova il nero deve pagare il vino.