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Tè verde e pasticcini
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{ Eventi } – La mia #BlendingExperience con Oleificio Zucchi @ Expo 2015

13 Ottobre 2015 4 Giugno 2018 flavia priolo1993 views
Che dietro una bottiglia di olio extravergine ci fosse tutto quest gran da fare, io non lo sapevo proprio.
E invece Giovanni Zucchi, Amministratore Delegato dell’omonimo oleificio, ha illustrato a me ed una sfilza di curiosissimi altri blogger [in una location deliziosa, il padiglione CIBUSèITALIA @ EXPO] la difficile arte del blending con gli occhi pieni di passione ed entusiasmo.
Che poi io ‘sto blending non l’avevo mai sentito, ma ho scoperto che si tratta di una fase importante e delicatissima del “fare” olio: “è il processo di selezione e miscelazione di olio evo di diversa varietà ed origine (e dunque dal gusto e dai sentori diversi) in vista di un risultato finale che valorizzi i singoli componenti”, come spiega Giovanni Zucchi nel suo libro “L’olio non cresce sugli alberi”, Fausto Lupetti editore.

Ci ha insegnato che l’arte del blending è fatta di studio, riflessione e fatica: il blendmaster (così si chiama chi ha maestria in questo ambito) si trova a dover fare ricerche e tentativi, degustazione e studi di laboratorio, analisi di mercato e visite presso gli oleifici nel tentativo di concretizzare e veder realizzata l’idea di partenza, quella di una miscela di evo di qualità.
E ci ha mostrato anche come degustare, perché l’esame organolettico di un olio consiste nell’annusarlo ed assaggiarlo.

Il primo passo è quello di versare l’equivalente di un cucchiaio di liquido in un bicchiere, preferibilmente di vetro scuro (blu o marrone). Lo si scalda per qualche istante con le mani e si inspira profondamente per coglierne i sentori (la sensazione predominante è relativa al “fruttato”, sapore tipico dell’olio d’oliva).
Si procede quindi con l’assaggio, quella fase le prime volte un po imbarazzante ma fondamentale, chiamata strippaggio: si fa circolare un po d’olio in bocca e si introduce dell’aria nel cavo orale (in modo rumoroso!!!) per far sprigionare ulteriormente gli aromi.
Dopo aver recepito ed immagazzinato una buona dose di informazioni tecniche procedo con la degustazione di quattro oli evo Zucchi. Non vi nascondo che ad ogni assaggio il mio pensiero è stato: “datemi un pezzo di paneee!!!! ^^” e invece no, la bocca di un blendmaster che si rispetti deve essere sempre pulita per non “sporcare” i sapori.
Tutt’al più si può mangiare un pezzetto di mela per ristabilire una certa neutralità delle papille.
Alla fine di questa #blendingexperience ho anche creato un olio evo “Tè verde e pasticcini”, che ho utilizzato per una ricetta speciale (la trovate in fondo al post).

Ultimi, ma non meno importanti sono stati i consigli di Giovanni e delle sue collaboratrici su come conservare in modo ottimale l’olio evo (una chicca per mantenere integre le proprietà di un ingrediente così nobile e virtuoso della dieta mediterranea).
L’olio è un prodotto vivo e, se rimane a contatto con l’aria o con la luce per un periodo di tempo prolungato subisce dei processi di trasformazione a causa dei quali perde in parte le sue caratteristiche organolettiche positive.
Va quindi conservato in contenitori di latta o vetro e ad una temperatura compresa tra 12 e 18°C.

Vi avevo anticipato poco sopra di una ricetta a base di questa delizia dalle sfumature dorate ed allora vi lascio a conclusione del post un dessert delicato ma goloso allo stesso tempo…

Grazie BloggerItalia per la bellissima esperienza!!!

Tartellette alla farina di carrube con farcia di caprino all’olio evo con granella di pistacchi di Bronte e lamponi


Per la frolla
115 gr farina 00
30 gr farina di carrube
50 gr zucchero semolato
1 pizzico di sale
115 gr burro morbido a cubetti
1 tuorlo
20 ml acqua fredda
Per la farcia
160 gr caprino
1 cucchiaio zucchero semolato
1 cucchiaio di olio evo Zucchi
1/2 bacca di vaniglia
Per guarnire
Lamponi
Granella di pistacchi di Bronte

1) Unite la farina 00 e la farina di carrube in una ciotola, poi impastarli con zucchero e sale in un mixer elettrico. Aggiungete il burro e continuate per 15-20 secondi, fino ad ottenere un impasto farraginoso.
2) In una ciotola, sbattete piano il tuorlo con l’acqua fredda. Aggiungetelo all’impasto nel mixer e mescolate ancora fino a che sono amalgamati. Ponete l’impasto in una pellicola trasparente e mettete in frigo per 1-2 ore.
3) Trascorso questo tempo stendete la frolla alla carruba in modo sottile, imburrate le formine da tartellette (potete usare anche la teglia con i buchi da muffin) e ponete la frolla coppata, bucherellatela con l’aiuto di una forchetta per evitare che si gonfi in cottura e ponete il tutto in forno caldo a 180° per 8-10 minuti.
4) Preparate ora la farcia mescolando il caprino con lo zucchero, l’olio evo Zucchi e i semi della bacca di vaniglia.
5) Lavorate il composto, ponetelo in una sac a poche e farcite le tartellette. Decoratele infine con granella di pistacchi e lamponi. Conservate in frigo in contenitore chiuso ermeticamente.

Post realizzato in collaborazione con Oleificio Zucchi

OLEIFICIO ZUCCHI IN EXPO

flavia priolo13 Ottobre 2015
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No Comments

  1. Unknown ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 13:13

    Molto interessante!! E complimenti! Devo dire che con i tuoi post riesci sempre ad incuriosire e appassionare! Non avevo mai sentito parlare di blending experience. . . wow! Le tartellette sembrano ottime, vado a comprare la farina di carrube ciaooooo

    Rispondi
  2. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 14:03

    Eheheheh!!Ti ringrazio…a dire il vero anche per me era la prima volta e pensavo che mischiare gli olii significasse contaminare la loro eccellenza…mi fa piacere che ti sia servito!!

    Rispondi
  3. Anonimo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 14:08

    Bellissimo blog! ����

    Rispondi
  4. Antonio Priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 14:44

    Le tartellette erano eccezzzzzzzionali !!!!!!
    bravissima

    Rispondi
  5. Chiara ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 15:55

    Nemmeno io conoscevo il blending! Figata!

    Rispondi
  6. Gibir ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 16:17

    Scopro grazie al tuo blog la #BlendingExperience, è la prima volta che ne sento parlare, e mi fa molto piacere che ci siano dei blogger che non si limitino a condividere ‘’ricette’’, ma coinvolgano ed incuriosiscano i lettori con approfondimenti ed esperienze gastronomiche!
    Colgo l’occasione rivelarti che il tuo blog è sempre una grande fonte d’ispirazione per me! (Ti seguo sempre anche sui social).
    Volevo chiederti se per caso sai se fosse possibile anche per noi comuni mortali, e non solo per i blogger, provare una blending experience con l’oleificio Zucchi. Con il racconto nel post mi hai talmente tanto incuriosito che mi è venuta voglia di provare!!!!

    PS. Proverò al più presto la tua ricetta, per ora mi limito a mangiare con gli occhi!!!! 🙂 🙂

    Rispondi
  7. Anonimo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 17:08

    Bellissima esperienza raccontata in modo semplice e originale con la solita ironia tipica del tuo blog 🙂 ora… non mi resta che assaggiare la ricetta che dalle foto sembra MAGNIFICA 🙂
    Francesca

    Rispondi
  8. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 18:28

    Grazie mille!!!

    Rispondi
  9. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 18:29

    Mi fa piacere che fossero buone!!!

    Rispondi
  10. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 18:29

    Eh già, davvero una bella esperienza!

    Rispondi
  11. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 18:30

    Mi piace essere quel tipo di blogger che fa conoscere tutti gli aspetti del food…come in questo caso!
    Sicuramente dopo aver degustato puoi dilettarti nel mescolare olii evo, ma sarebbe preferibile (almeno le prime volte) farlo sotto la guida di un esperto che possa indirizzarti!!

    Rispondi
  12. flavia priolo ha detto:
    13 Ottobre 2015 alle 18:34

    Grazie mille!!!Così mi spingi a fare sempre meglio <3 Fammi sapere cosa pensi delle tartellette!!A me sono piaciute molto!!

    Rispondi

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